Teatro

Un gruppo di giovani attori palestinesi e italiani in scena per Vacis e Paolini

Un gruppo di giovani attori palestinesi e italiani in scena per Vacis e Paolini

Il Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale presenta in prima assoluta alle Fonderie Limone di Moncalieri, dal 29 marzo al 10 aprile (poi in tournée), "Amleto a Gerusalemme. Palestinian Kids Want to See the Sea", con la regia di Gabriele Vacis. Lo spettacolo è interpretato da Marco Paolini e da un gruppo di giovani attori palestinesi e italiani.

Amleto a Gerusalemme è uno spettacolo che riunisce due grandi protagonisti del teatro italiano, Gabriele Vacis e Marco Paolini ed è prodotto dal Teatro Stabile di Torino con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il ministro Paolo Gentiloni ha confermato al Teatro Stabile di Torino il sostegno da parte della Cooperazione Italiana allo Sviluppo per rendere possibile la rappresentazione dello spettacolo anche a Gerusalemme e in Medio Oriente, giudicando il progetto un utile strumento di dialogo e confronto tra civiltà e popoli nel nome del teatro, dell’arte e della cultura.
La collaborazione con il Ministero su questa iniziativa ha preso il via lo scorso autunno e si è articolata attraverso una serie di laboratori a Gerusalemme con i giovani palestinesi che si sono svolti nel novembre 2015. A partire dal febbraio scorso sono iniziate le prove dello spettacolo nel campus teatrale delle Fonderie Limone di Moncalieri.

L’idea del progetto nasce nel 2008 a Gerusalemme, al Palestinian National Theatre di Gerusalemme Est: una scuola di recitazione per ragazzi palestinesi (Theatre and Multimedia Arts), la cui voglia di lavorare in teatro è più forte dei pregiudizi sociali. L’anno successivo il laboratorio prosegue in Italia, dove i ragazzi lavorano anche con Laura Curino, Emma Dante, Valerio Binasco, Alessandro Baricco e Roberto Tarasco.

Nucleo fondamentale della didattica di Vacis è la schiera, un processo che unisce movimento e attenzione che da tempo è alla base dei lavori del regista: «Schiera – spiega Vacis – è l’esercizio che sto elaborando da molti anni. Insegna a vedere quello che si guarda e ad ascoltare quello che si sente. Saper vedere, sapere ascoltare, è necessario per un attore che voglia essere autore della propria presenza in scena». E la chiave per poter ascoltare e realizzare un percorso teatrale è partire dall’Amleto di  William Shakespeare, dalla consapevolezza che in esso si scorgono tutte le sfaccettature della vita, complicate dalle esperienze di chi vive in Palestina: i riti di passaggio, il rapporto uomo/donna, il conflitto con la famiglia, le generazioni a confronto, la rabbia, la pazzia, l’amore.

Dopo il debutto, l’Amleto palestinese sarà programmato con una lunga tournée in Italia (scopri LE DATE), che si concluderà a maggio.